Premessa

Ho deciso di sviluppare la mia tesina su questo argomento, poichè lo ritengo davvero interessante e molto vicino alle materie studiate durante l'anno. Il mondo di Internet e delle telecomunicazioni, negli ultimi anni, ha conosciuto una diffusione senza precedenti. Chiunque ne fa uso, per i piu' svariati utilizzi, che vanno dal comunicare con una persona dall'altro lato del pianeta all'acquisto di beni su siti web online, che arrivano direttamente a casa. Ormai la tecnologia e la comunicazione mediante dispositivi elettronici è alla portata di chiunque e quindi, sulla base dei concetti assimilati durante questi cinque anni, mi è sembrato interessante portare un approfondimento riguardo tale argomento. 

Che cosa è il cyberspazio?

Descritto come «un’allucinazione collettiva» dal novellista di fantascienza William Gibson, il cyberspazio rappresenta l’infrastruttura di tutte le attività digitali: è una costruzione composta da una dimensione fisica e una dimensione sociale. Il cyberspazio, quindi, non comprende solo gli strumenti e le tecnologie d’informazione di rete (cavi elettrici, server, computer, satelliti), ma è anche condizionato dal modo in cui le Istituzioni e gli utenti interpretano, capiscono, e agiscono in questo spazio (dallo scambio d’informazioni                                                                                        alla creazione di nuove idee e conoscenza). 

Origine del termine

Il termine cyberspace (ciberspazio) fu coniato da William Gibson, scrittore canadese esponente di punta del filone cyberpunk, corrente letteraria e artistica nata nella prima metà degli anni ottanta del XX secolo, nell’ambito della fantascienza, per il suo racconto "Burning Chrome"  pubblicato nel 1982 e fu in seguito reso noto dal suo romanzo "Neuromancer". 

Il termine ciberspazio iniziò a divenire sinonimo di Internet e in seguito di World Wide Web durante gli anni novanta, specialmente nei circoli accademici. Lo scrittore e giornalista Bruce Sterling rese popolare questo significato, mentre John Perry Barlow fu il primo ad usare questo termine per riferirsi al "nesso attuale tra il computer e i network delle telecomunicazioni". 

Cyberspazio, è qui il nuovo terrorismo?

Il cyberspazio diventa un luogo dove tutto è reso possibile, in particolare l’esistenza di contrapposizioni digitali con effetti sia dannosi che benefici. Il cyberspazio non è solo un bene globale dove le tecnologie sono in grado di migliorare giorno dopo giorno e rendere la vita di qualsiasi uomo piu' semplice, ma può diventare un nuovo campo di battaglia. Infatti, lo spazio digitale rende irrilevante la distanza fisica tra aggressore e vittima, redistribuendo il potenziale d’attacco tra attori non-statali (hackers, organizzazioni criminali, gruppi                                                                                          terroristici) e Paesi con altrimenti scarso potere economico-militare.

Di conseguenza, il cyberspazio non è più solo un luogo di scambio d’informazioni: diventa anche uno strumento organizzativo per movimenti a difesa dei diritti umani, solidarietà, democrazia e giustizia sociale. Molte associazioni e organizzazioni si rifanno al cyberspazio per promuovere la loro causa e migliorarne l’operatività. Tuttavia, la facilità di comunicazione resa possibile da questa tecnologia può essere utilizzata per scopi minanti l’unità sociale: dai non sempre violenti “hacktivisti” (resistenza politica e culturale promossa attraverso il cyberspazio), a tradizionali gruppi terroristici, ai nuovi e non ancora internazionalmente definiti cyber-terroristi, questi gruppi possono rappresentare la faccia nociva dell’attivismo digitale. Attraverso tecniche di information sharing  e data mining (estrazione dei dati), nel cyberspazio è possibile accedere a informazioni sensibili di ogni tipo: le conseguenze per la politica e la sicurezza internazionale possono essere quindi enormemente positive e disastrose.

Informazioni tra trasparenza e censura

 In aggiunta, i nuovi media (come blog e social media) hanno promosso un ambiente politico più trasparente, dove l’informazione è distribuita in modo libero, accessibile e uguale per tutti. Tra altri movimenti, WikiLeaks rappresenta uno dei siti più conosciuti a tutela della trasparenza e apertura dell’informazione su Internet. Ciononostante permane una nota negativa: una certa tendenza verso censura, sorveglianza e controllo dell’informazione è presente non solo in regimi autoritari (il Great Firewall of China spicca come il più sofisticato sistema di censura al mondo), ma anche in Stati democratici, come l'Italia, dove le regole per il controllo di internet vengono rilassate dando maggior potere investigativo alle Forze dell’Ordine. Più recentemente, il caso Snowden-National Security Agency (NSA) sembrerebbe mostrare come Stati democratici utilizzino tecniche di sorveglianza digitale per tutelare la sicurezza nazionale.

 

Di seguito un'intervista, a mio parere molto esaustiva e interessante, all'avvocato Stefano Mele, esperto in Cyber Intelligence, che espone le varie minacce presenti nel cyberspazio.

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